Diario di bordo
Flags.pdf ------Esercizio I.pdf ------Puvis de Chavannes.pdf ------Sam, Nicola, Pino.pdf
di Anna Bognolo
Introduzione al Diario di bordo (v. pdf.), diario quotidiano della pittura in cui si è indagato il rapporto tra parola e immagine.
Balza, sicuramente, all'occhio come l'obiettivo di Annamaria Targher non è certo di tipo figurativo. Quello che si vede e che lei stessa mette in risalto nel suo Diario di bordo, è l'intenzione di dissociarsi dal concetto di copia dal vero. E' il problema centrale del rapporto tra realtà e rappresentazione visiva, problema caro anche ai letterati. Il problema del realismo dell'Ottocento ma anche prima, nel Cinquecento: il problema della verosimiglianza, del rapporto tra la natura e la rappresentazione di essa nell'arte, cioè il problema del vero e del verosimile dei teorici del Rinascimento. Problema sentito e discusso dal Tasso nei Discorsi dell'arte poetica e da Cervantes.
Altro aspetto è quello del rapporto tra due linguaggi (v. P. V. Mengaldo, Tra due linguaggi: arti figurative e critica): linguaggio figurativo e letterario, pittura e poesia. Scrittura sulla pittura.
Come si parla di un'opera d'arte? Questo è il tema che sfiora, in qualche modo, il Diario di bordo: che relazione c'è tra l'immagine, il colore, la forma e la parola scritta.
Diario di bordo è un titolo che rimanda a quello di Cristoforo Colombo: il diario della scoperta delle Indie. Un uscire dal conosciuto, un andare al di là delle colonne d'Ercole (mito di Ulisse) sulle onde di un itinerario segnato da una persona che ha deciso di andare lì, ad esplorare. Si può ben parlare di un viaggio di esplorazione, di un orizzonte che si distende davanti ma che non si sa dove porterà.
Le parole del Diario di bordo, a volte, possono essere sconnesse, possono sembrare anche sintatticamente scorrette, però dicono delle verità, delle scoperte di questa esplorazione, che è molto lontana dall'opportunismo del mondo contemporaneo in cui trionfa il marketing, mondo del partire solo se si sa dove si arriva, dopo aver studiato esattamente il target.
Qui non si sa dove si arriva. Si parte, si va e si annota: è proprio un Diario di bordo e, in questo, quello che apprezzo è la caparbietà di una ricerca di un rapporto forte tra sé e il mondo che, appunto, è un'ostinazione orgogliosa a non copiare dal vero, volta a creare qualcosa di nuovo che non sia stato detto prima.
Anna Bognolo
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